Il templare by Jan Guillou

Il templare by Jan Guillou

autore:Jan Guillou
La lingua: ita
Format: azw3, epub
editore: Casa editrice Corbaccio Srl
pubblicato: 2011-03-02T23:00:00+00:00


Arn partì da Varnhem col cuore grosso. Nonostante le molte spiegazioni ed esortazioni di padre Henri, non aveva superato la sensazione di scontare una punizione, come se si fosse dimostrato indegno della comunità dei confratelli.

Ma poi iniziò a cantare in cerca di conforto, e il canto fece ben presto effetto. E quando si accorse che aveva fatto effetto, il mutato stato d’animo lo fece continuare a cantare, così che ben presto lo faceva per gioia piuttosto che per consolazione. Ormai cantava come tutti gli altri suoi confratelli, un po’ meglio di alcuni e un po’ peggio di altri, né più né meno. Ma in quell’occasione il canto gli diede una gioia maggiore che negli ultimi anni, come al tempo in cui cantava con voce di soprano nel coro dei monaci.

Ora che era passato dalla mestizia all’allegria con la rapidità e l’incontrollabilità del tempo primaverile, Arn iniziava a sentirsi eccitato e carico di aspettative. Era infatti vero che non sapeva nulla del mondo là fuori. Ricordava a malapena che aspetto aveva Arnäs, il luogo che un tempo era stato la sua casa. Ricordava un’alta torre in pietra, un cortile circondato da mura in cui lui e altri bambini avevano giocato con un cerchio di botte e dove suo padre gli aveva mostrato come si tirava con arco e frecce. Ma non riusciva a richiamare alla mente un’immagine distinta di dove avesse effettivamente vissuto. Aveva l’impressione che in qualche modo avessero abitato tutti insieme, in un luogo buio, con un gran fuoco, ma non si fidava della sua memoria perché gli sembrava tutto troppo strano. Ora avrebbe visto con i suoi occhi. Già il giorno successivo sarebbe stato a destinazione. Con una cavalcatura migliore sarebbe arrivato già quella sera, ma montava un vecchio e lento cavallo nordico, di quelli che secondo frate Guilbert non erano buoni per la riproduzione, e a malapena lo erano per il resto. Ma poiché frate Erlend si trovava ad Arnäs per insegnare a leggere ai nuovi bambini, così come un tempo aveva fatto con Arn ed Eskil, in questo modo avrebbe avuto un cavallo adatto per tornare a Varnhem. Era infatti opinione di padre Henri che, ora che Arn era tornato a casa, frate Erlend non fosse più necessario ad Arnäs, né per le lezioni né per altro.

Gli uomini dovevano imparare ad accettare il destino che Dio gli ha assegnato. Era inutile lamentarsi perché si voleva fare qualcos’altro in qualche altro posto. Bisognava invece cercare di prendere il meglio dalla nuova situazione, in modo da poter meglio rispettare i piani divini. L’ultimo dei molti confratelli che avevano ripetuto quelle frasi ad Arn era stato frate Ruggero, chiamato da Vitae Schola a Varnhem perché padre Henri aveva trovato che lassù il cibo fosse orribile, come solo al nord può essere.

Al loro addio frate Ruggero aveva versato qualche lacrima in segreto, ma poi aveva preparato ad Arn un’enorme quantità di cibo per il viaggio, che gli sarebbe bastata per una settimana o più. Alle proteste di Arn, frate Ruggero



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